L’anno che si sta per concludere è uno di quei pochi che statisticamente capitano di rado, con una concomitanza di segni negativi in tutte e 3 le asset class maggiori : azioni, obbligazioni e materie prime.
Era dal 1931 che non si vedeva un dicembre così negativo sugli indici americani. I deflussi dalla borsa americana trovano risconto soltanto in altre 4 occasioni storiche, segno che qualcosa è cambiato.
A guardare il grafico direi nulla di preoccupante, o per meglio dire, è nella natura delle cose : dopo quasi 10 anni di mercato toro è naturale che ci sia uno storno. L’economia non è sempre in espansione ma il suo ritmo, proprio come le maree, è lento e inesorabile. Si passa dalla ripresa all’espansione, per poi seguire nel rallentamento (fase attuale) che precede la recessione, inevitabile !
Il 2018 è iniziato all’insegna della volatilità con i primi cenni di cedimento del trend a febbraio. Poi però la politica espansionistica di Trump ha fatto sognare il meglio e di nuovo su, per poi ripiombare giù a seguito della guerra dei dazi. La verità è che è finita la benzina per crescere e gli eccessi vengono tagliati.
L’elezione di Trump ha portato con se i benefici fiscali per le aziende USA, gli utili sono migliorati ed i prezzi delle azioni saliti. Le aziende, non sapendo cosa fare con questi soldi, giacchè il costo del lavoro intanto saliva, hanno trovato più conveniente comprare titoli propri in borsa (buyback), ed il loro prezzo è ulteriormente salito.
Quindi, nel 2017 i titoli sono saliti per un doppio effetto esogeno e temporaneo, portando però le valutazioni in qualche caso davvero poco giustificabili o impossibili da mantenere per il futuro.
Da qui parte la sofferenza del mercato azionario americano nel 2018, ma a guardare il resto del mondo è andata, in molti casi anche peggio.
Sul fronte obbligazionario le cose non sono state oltremodo rose e fiori, anzi tutt’altro. Nei paesi occidentali hanno sofferto dei 4 rialzi del tasso americano, mentre in Europa, con Brexit e Italia, le tensioni non sono mancate. Neanche nei paesi emergenti si è potuti stare allegri: le crisi valutaria innescata da Turchia e Brasile si è ripercossa a macchia d’olio anche su altre valute locali e periferiche, facendo scendere le quotazioni dei loro Bond.
Anche le materie prime, che fino ad ottobre, complice un riaccendersi dell’inflazione, hanno offerto un porto più sicuro, sono state contaminate in novembre dal petrolio che è sceso improvvisamente ed inaspettatamente del 30% con una velocità che raramente si è vista nella storia e le cui motivazioni sono ancora oggetto di studio.
L’oro ha avuto un andamento debole e laterale fino ad ottobre, per poi riprendersi rapidamente nella parte finale dell’anno.
Anche dal lato valutario si è ballato parecchio, con il Dollaro Usa rafforzato dai continui rialzi della Fed ed un Euro debole per via delle ormai arcinote difficoltà di Brexit, Italia Spagna e non da ultimo della Francia. Il dollaro forte ha schiacciato le valute emergenti, già deboli per via della crisi Turca, facendo però toccare dei minimi importanti e valutazioni così basse che non si vedevano dal lontano 1998.
Fin qui ex-post, i motivi il grigio 2018, ma come leggere il quadro e soprattutto, cosa ci possiamo aspettare dal 2019 ?
AZIONARIO : Ritengo che, nonostante le recenti correzioni, le vautazioni siano ancora care. Il ciclo economico e i dati degli ultimi mesi confermano che siamo nella fase di rallentamento. Dopodiché c’è la recessione. Difficile stabilire quando arriverà e la sua durata. Può essere tecnica (2 trimestri negativi) in caso di assenza di complicazioni, o può essere più lunga se ci saranno shock esogeni tali da accentuare la negatività. Per il momento si può parlare di atterraggio morbido dell’economia nel 2019 e forse recessione nel 2020. Dopo 9 anni e passa di indici positivi uno storno è più che salutare, sempre che non si sia comprato azionario di recente….
OBBLIGAZIONARIO: Il rialzo dei tassi USA oramai è prossimo alla fine, poiché si è raggiunto il livello di “normalizzazione”. Ritengo pertanto che, i tassi USA al 3% offrano più valore e sicurezza delle azioni a questi prezzi, ma attenzione al dollaro. In Europa la situazione è fatta di più sfaccettature, con la BCE che si appresta ad alzare i tassi, ma lo farà gradualmente. L’Italia è una incognita ma con i BTP al 3% anche un’opportunità. In ogni caso non saremo più in regime di tassi negativi. I rendimenti più interessante si trovano nei paesi emergenti con tassi dell’8-10% e visti i recenti minimi delle loro valute offrono valore a buon mercato.
MATERIE PRIME: Il grafico parla chiaro. la correlazione è questa : sale l’inflazione, scende il dollaro, salgono le materie prime. L’oro ha accumulato forza ed è ben comprato in asia. Potrebbe innescare un trend positivo di medio lungo raggio, se il dollaro inizia a deprezzarsi.
VALUTE: Se è vero come è vero che gli usa sono anch’essi in rallentamento, dovranno rallentare il ritmo del rialzo dei tassi. Questo indebolirà il dollaro e favorirà la crescita degli asset la cui richiesta è ancora sostenuta: Petrolio, Oro e materie prime. Gli emergenti ne beneficeranno.
CONCLUSIONI :
Nessuna allerta per chi ha un portafoglio composto di poche azioni, per lo più difensive o settoriali come l’oro oppure per qualche diversificazione altamente specializzata come la robotica.
Risulta però ovvio che ogni rimbalzo degli azionari è buono per alleggerire, per poi ricomprare, a tempo debito, con valutazioni più convenienti di quelle odierne. Val la pena ricordare che i migliori affari si fanno durante la fase centrale di una recessione: 2020 ? vedremo…
Ho previsioni molto più rosee sui vari mercati obbligazionari, emergenti e non. Il valore di molti titoli è assai compresso e i tassi hanno raggiunto una soglia molto interessante, offrendo riparo e rendimento rispetto alla volatilità di borsa che è in aumento.
Mi piacciono molto anche le materie prime che nella fase di rallentamento sono da preferire fino alla fase recessiva. Il petrolio a questi prezzi può essere accumulato.
Il 2018 è stato un anno difficile ma ha creato i presupposti per dare valore nel 2019.
Un sincero augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo !